admin On settembre - 28 - 2010

 

very short shorts - "Background For bank robberies"

“Background Music For Bank Robberies”
VERYSHORTSHORTS

Bar La Muerte
2010
voto: 8 / 10
genere: post-rock sperimentale / jazz

Piano, violino e batteria, in un incontro ai limiti del punk tra sessioni post industriali e romanticherie jazz, dove l’energia e il dolore compensano la leggerezza e la calma, in una piccola rivoluzione sonora che prende il nome di “Background Music For Bank Robberies”, album degli italo-francesi, cresciuti artisticamente a Berlino, VeryShortShorts. Pare proprio essere questa multi etnicità insita nei tre componenti della band il fulcro esistenziale della coltura sotterranea di originalità soffuse ed avanguardie propositive mascherate da necessità di sperimentazione, che, invece, estrapolano l’alta capacità tecnica del trio, esasperata nei trionfi nostalgici e bizzarrie sonore di The Tennis Teacher (Satan Where Are You?) o nel brio etnico di Moustache, sublimate ora dalla vivaldiana vivacità di Fuckin’ Machine e ora dall’impazzito violino di John Thursday.
Classicismo sperimentale perfetto per rapine in banca.

Tracklist:
suck it
the tennis teacher (satan where are you?)
briganti
john thursday
fists & revange
chinabox
moustache
jai perdu berlin
horny rabbits
my best friend was a serial killer
l’età del bronzo
fuckin’ machine
it’s enough for r’n’r
slap e diem
pit the king of porno

Web: www.myspace.com/veryshortshorts

 

di Ilaria Rebecchi
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“The Roots and The Ruins”
RED CAR BURNS
 
 

 

Red car Burns " The Roots and the Ruins"

No Reason Records
2010
voto: 7 /10
genere: punk-rock 

Ce n’è voluto un po’. Da “Where Everything Seems To Be in Silence”, bell’album d’esordio, è passato qualche anno, ma il lavoro di semina dei Red Car Burns è stato eccellente. Quattro anni in cui i ragazzi di Lodi si sono presi il tempo per sfornare un disco energico ed intenso. “The Roots and The Ruins” si chiama e per tutti coloro i quali sentono la mancanza di quel punk rock andato, dalle tinte un pò malinconiche, è una manna dal cielo. I riferimenti a band quali Hot Water Music e Jawbraker sono chiari, tuttavia i Red Car Burns mostrano una buona dose di personalità nella struttura dei pezzi. Otto canzoni, un po’ pochine per un full-lenght, ma che al contempo hanno il pro di non annoiare mai. Voci penetranti e cori strappalacrime, il tutto supportato da un sound che sa di maturo. Varietà e non banalità, pur essendo qualcosa che già si è sentito, non è cosa semplice. Old Scent e Roots/Ruins  le mie preferite, ma è l’intero disco ad essere convincente.
Una band che si distingue per buon gusto nella banalità del panorama underground italiano. 

Tracklist:
1. A Long Sleep
2. Unable To Answer
3. My Reflecting Friday
4. Roots/Ruins
5. We’re Coming Home
6. Old Scent
7. Things Are Changing Fast
8. So Many Times

Web: www.myspace.com/redcarburns


di Marco Mantovani
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“Peggioramenti”
CASA
 

 

Casa - "Peggioramenti"

Dischi Obliqui
2010
voto: 7+ / 10
genere: post-rock / autori

Un rock eclettico quello dei Casa, che tra spazi a metà tra il cantautorato italiano e il post-rock, affrontano con il nuovo “Peggioramenti”, quarta fatica della band vicentina, la celebrazione in musica di 40 personaggi di colore che hanno influito sulla formazione artistica del gruppo (da Nina Simone a Marvin Gaye), sentenziando nei13 brani in esso contenuti una molteplicità stilistica affrontata tra sussulti jazzistici, empatie blues ed impatti lirici tra gorgheggi e sperimentazione poetica. Un album nuovo nella sua originale completezza sonora, che sostiene l’esigenza post-moderna della band di creare nuovi percorsi musicali, avvalendosi di stratagemmi che abbracciano l’arte a 360° (già in passato i Casa avevano convnto tra azioni performative live, video-testamenti biologici collettivi a sottolineare una presenza scenica ai limiti dell’avanguardia teatrale).
Un po’ afterhoursiani e un po’ Area (“Volontè Blues” s’accosta ai fasti di Agnelli che coverizza Stratos in “Gioia e Rivoluzione”) e persino un po’ dark nelle squilibrate session vocali e sonore.
Prezioso in n panorama, spesso, troppo uguale a sé stesso, da anni.

Tracklist:
intro
non provateci da casa
no
volonté blues
part time
bimbo bumbo
attraverso le stagioni
vicenza
caltrano
foza
pianezze
villaga
alonte
salcedo

Web: www.myspace.com/casamusic

 

di Ilaria Rebecchi
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Fake Problems – “Real Ghosts Caught On Tape”

 

“Real Ghosts Caught On Tape”
FAKE PROBLEMS
 

Sideonedummy Records
2010
voto: 7.5 / 10
genere: punk-rock 

Mi aspettavo qualcosa di un tantino più punk da questo “Real Ghosts Caught On Tape”. Uscito il 21 settembre per Sideonedummy Records, questo nuovo lavoro dei Fake Problems, suona indie-rock, a tratti folk, a tratti addirittura pop. Si dice che la Florida al momento sia ottima fucina di questo tipo di sound… In qualche passaggio mi ricordano infatti gli Against me!, ma a parte il fatto che vengono anch’essi dalla Florida le affinità non sono poi molte. I Fake Problems hanno personalità in abbondanza e in questo disco lo dimostrano. Chitarre pulite folkeggianti e delle melodie vocali accattivanti fanno si che l’album entri in testa rapidamente. La critica musicale americana ne ha parlato gran bene, certo bisogna scrollarsi di dosso i pregiudizi per apprezzare l’onestà e la qualità, anche di produzione, di questi undici brani. Al numero dieci della tracklist Grand Finale, che non è l’ultimo, ma a mio avviso il pezzo più bello.

Tracklist:
1.  ADT
2.  5678
3.  Songs For Teenagers
4.  RSVP
5.  Soulless
6.  Complaint Dept.
7.  Done With Fun
8.  The Magazines
9.  White Lies
10 .Grand Finale
11. Ghost To Coast

Web: www.myspace.com/fakeproblems

di Marco Mantovani

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“Login”
PHINX

Irma Records
2010
voto: 6.5 / 10
genere: electro-funk

L’electro funk che non ci si aspetta, in Italia, lo fanno i Phinx, che a dispetto della giovane età, collezionano sintetizzatori incandescenti e dalle grandi aspirazioni internazionali, nei brani del nuovo “Login”, adrenalinica e stereofonica fatica discografica dove è impossibile non ballare, a metà tra i Bloc Party e reminescenze synth-pop ‘80s, già anticipata dal singolone riempi-pista Get Panic. E se le atmosfere eteree di Noizkϋt soddisfano l’ascoltatore più esigente in evocazioni alla Royksopp, trionfa il french touch style di Pankiller e Italian Job, alla Justice e Daft Punk, con sostenute basi techno e parallelamente post punk.
Da valutare in futuro se la scelta sarà per un ritorno alla new wave o per una virata più rock.
Scatenati!

Tracklist:
login
get panic
pan killer
1989 (generation f)
italian job
noizkϋt
the gamer
metropolitan
word salad
mask
anorexic madonnas
hypersonic trip
amplyphone
give me beauty

 Web: www.myspace.com/thephinx

 di Ilaria Rebecchi

 

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One Response so far.

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