admin On luglio - 7 - 2010

Pearl Jam - hjf 6.07.2010 - di Alessandra di Gregorio

HEINEKEN JAMMIN’ FESTIVAL 2010


day 4: Pearl jam, Ben Harper, Skunk Anansie, Gossip, Gomez

Parco San Giuliano, Venezia Mestre
6.07.2010

I meno grunge del grunge di Seattle degli anni ’90, Eddie Vedder, Mike McCready, Stone Gossard, Matt Cameron e Jeff Ament, i meravigliosi Pearl Jam, chiudono con onore l’edizione 2010 dell’Heineken Jammin’ Festival, superando ogni aspettativa, convincendo e riuscendo a trascinare un pubblico di oltre 45mila persone non curanti delle avverse condizioni meteo.

Poco per l’annullamento del live dei Green Day di due giorni prima causa maltempo, poco importa se effettivamente la pioggia è caduta anche quel pomeriggio, facendo slittare però di solo 10 minuti la scaletta delle esibizioni dei big sul main stage.
Quello che conta, alla fine è solo la musica. Se poi è di tale levatura non si può contestare.

E non può stupire come la serata sia riuscita. Perfettamente!
Anticipata nel primo pomeriggio dai bergamaschi Plastic Made Sofa, seguiti a ruota dall’indie-rock britannico di una delle band migliori del settore, quei Gomez brillanti di trionfi pop e adorabili nella vocalità puntuale e particolare al contempo. Poi Beth Ditto, e i suoi Gossip, hanno fatto il resto. Lei, per altro nettamente superiore in quanto a talento e a presenza scenica dei suoi seppur tecnici compagni, non perde il suo charme da nu-punk-rocker in gonnellone, tra trucco pittorico, capello già cult, un abito da mini-modella in un corpo taglie forti che si riesce a dimenticare guardandola saltare da una parte all’altra del palco, cadere erroneamente dal palco, persino, e, in primis, scatenata tra il pubblico forte di quella voce angelica così splendida da riuscire a conquistare chiunque. Cade dal palco e si fa male, ma stoica continua a cantare, convincendo non solo nel tormentone di Heavy Cross.
A seguire la potenza degli Skunk Anansie: un’ora e un quarto di incendio alternative rock in cui le punte noise di Charlie Big Potato, o gli assalti di brani come All I Want e Weak, mitigati dalla potente affabilità di Secretly o Squander, convincono dagli acuti bramosi di follia dell’arci nota Skin, al tripudio emozionale della batteria sconvolgente di Mark Richardson, sublimati dall’eclettismo plateale della stessa Skin, istrionica performer tutta da guardare, tra illazioni sensuali, salti e risate.
Passa poco e sale sul palco ben Harper con i suoi Relentless7:  la maglietta simbolo della lotta anti droga mossa dalla provincia di Venezia (“io non me ne frego”), chitarre e andazzo blues, mai fiacco, che ha mosso le masse nell’attesa ospitata dello stesso Eddie Vedder, che con Harper ha cantato Under Pressure dei Queen & David Bowie, tra i cori del pubblico e l’entusiasmo crescente per l’orami imminente arrivo dei Pearl Jam.
E poi l’apice.
Due ore di live battente, impregnato di carica energetica e grande coinvolgimento persino della band, che, come stesso ha dichiarato in un simpatico italiano centellinato, ad inizio performance, Eddie Vedder, da tempo voleva tornare in Italia, per due motivi: “abbiamo tante canzoni da suonare e il mio italiano fa schifo”. E così tra Little Fast Car, dedicata agli amici italiani di Eddie, State Of Love, Jeremy, l’apice di Alive, la commozione di Black, l’estasi di Even Flow, e ancora Given To Fly, Small Town, The Fixer, Unthought Known, Corduroy e la delicatezza di Just Breath, arriva a commuovere  l’istrionico Vedder, fulcro di gran parte della scena alternativa degli ultimi venti anni, tra coerenza ideologica e politica, capacità di essere un leader nato, voce immensamente indescrivibile, terribilmente avvolgente e virile nella sua dolcezza malinconica o denunciante, tra larghe bevute di vino rosso. A completare il quadretto, già perfetto, le ossessive schitarrate di Mike McCready e il ricambio di favore finale con, sul palco Ben Harper (e i suoi, in extremis) a suonare Red Mosquito e il meraviglioso omaggio conclusivo a Neil Young con Rockin’ In The Free World.
La miglior band degli ultimi venti anni?
Al gusto di ognuno la risposta, alla grazia di tutti l’abilità di Vedder, al mondo le loro canzoni.

di Ilaria Rebecchi
pic Alessandra di Gregorio

Foto
Pearl Jam: http://www.kingsroad.it/?page_id=14&album=1&gallery=16
Ben Harper: http://www.kingsroad.it/?page_id=14&album=1&gallery=17
Gossip: http://www.kingsroad.it/?page_id=14&album=1&gallery=15

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