admin On dicembre - 21 - 2010


KABOOM
Gregg Araki
Written by Gregg Araki
Starring:
Roxane Mesquida
Thomas Dekker
Juno Temple
Rooney Mara
Haley Bennett
James Duval

“Ho diciannove anni e sono sempre arrapato”, così si presenta al pubblico il  giovane Smith. Smith è al primo anno di college. E’ bisessuale con un forte orientamento verso il proprio sesso, ha un’amica del cuore lesbica che corrisponde al nome di  Stella e un compagno di stanza tanto tonto quanto bello, oggetto delle sue fantasie erotiche. Smith ha un incubo ricorrente, popolato di strani personaggi che cominciano a manifestarsi anche nella vita reale. Con l’aiuto di Stella e il puntuale intervento di qualche droga sintetica, Smith inizia ad indagare gli strani avvenimenti che turbano l’apparente quiete del suo campus, fino a scoprire che niente è come sembra.

Dopo i deliri tossici della seconda metà degli anni novanta, Gregg Araki torna alle analisi dei disagi del dolente (?) passaggio all’età adulta .

Partendo da un innocente turba post adolescenziale, il regista nippo-americano, imbastisce una sceneggiatura che mette lo spettatore in una posizione di primo piano, offrendogli innumerevoli chiavi di lettura e sfidandone l’intelligenza. Da un lato ci si diverte scoprendo i numerosi omaggi che il film contiene: dal citatissimo talento visionario di Richard Kelly, autore di Donnie Darko e del magniloquente colossal Southland Tales, folle e lucida parabola apocalittica passata in totale sordina in Italia, fino agli espliciti richiami al cinema freak di John Waters (che sembra abbia spronato personalmente  lo stesso Araki riguardo questo progetto), per occhieggiare sempre con il dovuto rispetto, al maestro Gus Van Saint. Dall’altro il fumetto, perché stranamente in Kaboom, come nel migliori Peanuts, gli adulti sono praticamente inesistenti o comunque distanti sia umanamente che fisicamente, rappresentati come bambini mai cresciuti al limite tra il tragico e il grottesco. Per Gregg Araki la fine del mondo è vicina e sono proprio gli adulti della stagione post sessantottina, ormai ridotti a fantocci con le ali, messi a capo di improbabili sette sataniche, talmente folli da far impallidire il buon vecchio Charlie Manson, che sembrano decretare la fine di una civiltà che hanno spinto all’eccesso ma che non sono più in grado di controllare.

Un opera intrisa di post modernità che cerca in modo forse confuso ma fondamentalmente onesto (conditio sine qua non per creare un’opera d’arte che possa dirsi tale), di gettare uno sguardo quanto meno originale sul cinema e sulla società di domani. Insomma, come ogni buon artista che si rispetti, Araki prende il meglio da ciò che lo circonda per poi personalizzare uno stile e raccontarci una storia che potrebbe benissimo essere l’inizio di una saga da super eroi del nuovo millennio. Super eroi che vorremmo sempre più vicini a noi ed interpreti dei nostri sogni, dove come in The Box (tanto per dirci quanto Richard Kelly sia bravo) il bottone fine-del-mondo è pronto per essere premuto. Da un innocente eccitazione si arriva alle soglie dell’apocalisse. Follia? No, semplicemente fantasia e coraggio, doti che vorremmo divenissero un dogma del cinema che verrà.

TRAILER: http://www.youtube.com/watch?v=zioGZrmh2OY

di Marcello Zuccotti

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