admin On settembre - 16 - 2010

Marky Ramone’s Blitzkrieg + Bud Spencer Blues Explosion

10.09 Asolo

Per chi, come il sottoscritto, ha trovato nella sottocultura del punk, nella sua spontaneità, nella sua immediatezza e, perché no, nella sua ingenuità un ambiente nuovo e accogliente in cui affogare le frustrazioni dell’adolescenza, i Ramones rappresentano e sempre rappresenteranno una tappa fondamentale, un punto di svolta, una di quelle cose che ti cambiano il modo di guardare e di vivere la musica.

E’ anche per questa ragione che quando ne ho occasione non mi faccio mancare la puntata che, periodicamente, Marky Ramone fa nella nostra penisola da ormai diversi anni. Ultimo baluardo “originale” di quelli che furono i <i>fab four</i> del punk rock (Tommy è ormai fuori attività, mentre i terribili anni che vanno dal 2001 al 2004 ci hanno privato delle tre vere anime della band), Marky pare continuare a divertirsi e divertire tenendo il tempo a brani che tempo non ce l’hanno, accompagnato da… da? Bella domanda, perché se l’ultima volta che lo vidi suonava insieme a tali Tarakany, anonima band russa che vanta comunque diversi anni di attività e che eseguì con onestà e senza scimmiottamenti la scaletta, oggi ad Asolo Marky è coadiuvato da una non meglio identificata accozzaglia di elementi. E basta guardare look e pose del vocalist per capire che, questa volta, l’operazione nostalgia puzza lontano un miglio…

Dispiace dirlo ma l’esibizione di Marky&compagnia ad Asolo mi ha messo una forte tristezza e un senso di amaro in bocca duro a passare. Vuoi perché dopo tanti anni a suonare le stesse canzoni certe sbavature non sono pronto ad accettarle, vuoi perché il sound non era il massimo o perché le prime cinque file sembravano essere monopolio di ragazzine strillanti che difficilmente andavano oltre un vuotissimo “Hey Ho Let’s Go”, ma non mi vergogno a dire di aver fatto davvero fatica a restare. Quando poi Marky interrompe bruscamente <i>Sheena Is A Punk Rocker</i> per andare a spintonare e coprire di insulti un tecnico, beh, lascio a voi le considerazioni. Che razza di professionista è uno che blocca una canzone a metà per andare ad aggredire fisicamente una persona che sta solo facendo il suo lavoro? Questo non è rock’n’roll, questo non è portare avanti la leggenda dei Ramones, questa è arroganza e prepotenza e per quanto mi riguarda il concerto è finito in quello stesso istante.

Fortuna che prima di questo discutibile spettacolo sul palco sono saliti i Bud Spencer Blues Explosion, dei quali si  sente dire un gran bene. E non a caso. Due musicisti con i controcazzi, nulla di più nulla di meno. Jeans e maglietta, nessun giubbotto in pelle, cappello, trucco o accessori vari. Nessun proclama, chiamata di applausi, strizzata d’occhio. Solo un set da brividi, senza pause tra i brani, senza chiacchiere. Adriano Viterbini è un virtuoso della chitarra elettrica e non fa nulla per nasconderlo e con Cesare alla batteria si trova alla perfezione. Verrebbe da dire che tanto virtuosismo a volte finisce col mettere in ombra i brani, che diventano un po’ difficili da giudicare per uno che, come me, non li conosce a fondo. Ma chissenefrega. Questi due ragazzi fanno show da pelle d’oca e alla fine si fermano ad aiutare i tecnici a raccogliere l’attrezzatura mentre delle quindicenni “alternative” sotto il palco urlano

Hey Ho Let’s Go. Sì, let’s go home, Marky.

di Marco Dalla Stella

Related Images:

Share

One Response so far.

  1. Truden scrive:

    ЎHola!
    ЎGracias por el artнculo. Cada vez que quieres leer.
    Have a nice day

    [url=http://www.notbred.com/]Truden[/url]

Leave a Reply

You must be logged in to post a comment.

Sponsor