STEVE WYNN
Giovedì 21 ottobre, ore 18.30 Sala Piccola del Teatro Dal Verme
Steve Wynn, cantante e chitarrista californiano (1960), è stato uno dei protagonisti della scena rock Usa del cosiddetto Paisley Underground, con cui declinare psichedelia e tensioni folk-rock. Guida di Dream Syndicate, Gutterball, Miracle 3 e altri progetti, Wynn ha una ricchissima carriera a suo nome e un album in uscita in autunno: a Milano sarà accompagnato da Rodrigo D’Erasmo, violinista degli Afterhours.
In oltre 25 anni, Steve Wynn ha pubblicato almeno altrettanti dischi, con più di 300 cover registrate delle sue canzoni. Ha suonato in oltre 2000 concerti in più di 25 paesi. Le sue canzoni sono state incise o suonate dal vivo da REM, Luna, Concrete Blonde, Black Crowes, Yo La Tengo e Eleventh Dream Day, solo per fare qualche nome; la sua “That’s Why I Wear Black” è stata prima nella classifica dei singoli nel 1993 in Norvegia dove apriva l’album di debutto dei Somebody’s Darling. Ne parlano spesso importanti giornali come Rolling Stone, Mojo, Uncut, Entertainment Weekly, People, Los Angeles Times, New York Times e innumerevoli pubblicazioni di tutto il mondo.
Molti lo conoscono per l’innovativo lavoro coi Dream Syndicate, una band che, insieme a REM e Replacements, ha praticamente inventato la scena indie rock americana degli anni Ottanta. Ma ci sono anche gli album solisti dei Novanta, accolti favorevolmente dalla critica e trasmessi dalle stazioni radio di Modern Rock per tutto il Paese. O il progetto parallelo Gutterball, che dopo solo cinque concerti firma per la Mute/Elektra e si imbarca in un tour nazionale coi Black Crowes. Senza dimenticare la recente “Desert Trilogy” e i quasi leggendari show con la sua band attuale, The Miracle 3.
Steve Wynn nasce a Santa Monica, California, nel 1960 e imbraccia la prima chitarra all’età di nove anni, poco prima di scrivere la sua prima canzone “Sing My Blues”. Nello stesso anno forma la sua prima band “The Light Bulbs” che gira nel circuito delle feste e ricorrenze scolastiche: il componente più vecchio del gruppo ha dieci anni!
Tredicenne, Wynn ha già fatto parte di gruppi dai nomi pittoreschi come Purple Passion e Sudden Death Overtime, in cui alterna composizioni proprie a riletture di Neil Young, Rolling Stones e Who.
Negli anni seguenti è pervaso dalla voglia di diventare giornalista sportivo. Abbandona la chitarra e passa dall’altra parte dell’intervista con notepad, penna e macchina per parlare di football, basket e baseball sognando di vedere un giorno il proprio nome nella testata di Sports Illustrated.
Negli anni del liceo, Wynn prende seriamente in considerazione la faccenda del giornalismo sportivo, ma l’entusiasmo e l’immediatezza dell’esplosione punk rock del 1977 lo riporta al mondo delle canzoni da scrivere e da suonare. Si ritrova così a comporre pezzi e suonare la chitarra per i pionieri new wave di UC Davis (vicino a Sacramento) “Suspects”, gruppo per cui Wynn scrive più di cento nuove canzoni. Il ritorno a Los Angeles con la cantante dei Suspects Kendra Smith è il primo passo verso la formazione dei Dream Syndicate, la band che darà a Wynn notorietà internazionale.
I Dream Syndicate suonano insieme per la prima volta nel dicembre del 1981 e in tre settimane registrano il primo EP che, intitolato col nome della band, viene pubblicato nell’aprile 1982, seguito sei mesi più tardi dall’album d’esordio “The Days of Wine and Roses” che tanto gli appassionati quanto la critica considerano ancora uno dei migliori e più importanti album rock di tutti i tempi.
Il gruppo trova subito un contratto con la A&M Records, per cui esce la pietra miliare “Medicine Show”, album recentemente nominato tra i migliori quaranta dischi rock di ogni tempo dal London Guardian e le cui canzoni vantano cover di REM e Black Crowes.
Dopo anni di tour intensivi tra America, Europa, Giappone e Australia la band si scioglie alla fine del 1988. Wynn: “Per quanto fossi orgoglioso dei Dream Syndicate, la nostra musica e quel che avevamo fatto, sentivo che avevamo raggiunto il nostro massimo e che qualsiasi cosa fosse seguita sarebbe stata una delusione. Volevo che finisse quando ancora stavamo facendo le nostre cose migliori”.
Nel 1990 Wynn si ripresenta con la prima opera solista “Kerosene Man”, disco di incredibile varietà che ne disegna l’impressionante crescita sia compositiva che tecnica. “Carolyn” e “Tears Won’t Help” sono tra le più suonate nell’anno dal circuito delle radio più attente alle novità, e il video di “Carolyn” passa regolarmente su MTV per sei settimane. Il successivo “Dazzling Display” è a tutt’oggi la produzione più elaborata di Wynn, sintesi vertiginosa del miglior rock di un trentennio cui partecipano Peter Buck dei REM, Johnette Napolitano dei Concrete Blonde e membri di Bangles, Turtles e dei gruppi che accompagnano Lou Reed e Tracy Chapman.
Quattro giorni di vacanza creativa a Richmond, Virginia con l’House of Freaks Bryan Harvey originano il supergruppo parallelo Gutterball i cui dischi raccolgono entusiastiche recensioni e un devoto seguito (i Black Crowes li invitano ad aprire i loro concerti ancor prima dell’esordio discografico). Incapace di star fermo, Wynn fa seguire al successo di “Gutterball” il più introspettivo “Fluorescent,” col singolo “Carelessly” che gira molto per le radio americane ed europee.
Nel 1994, Wynn si sposta a New York City e mette tutto l’entusiasmo e l’energia della nuova casa nell’album “Melting in the Dark”. I seguenti “Sweetness and Light” e “My Midnight” lo trovano alle prese col suono che definirà la fase successiva della sua carriera.
Nel 2001, Steve è a Tucson per registrare il doppio “Here Come the Miracles” che, ancora una volta benvoluto dalla critica, guadagna il titolo di Miglior Album di Rock Alternativo assegnato dalla American Federation of Independent Music. I successivi “Static Transmission” e “…tick…tick…tick”, sono registrati a Tucson con la nuova formazione “The Miracle 3” e sono i primi due capitoli di una “Trilogia del Deserto” che in molti giudicano tra le migliori realizzazioni del musicista americano.
Ma Wynn non ha mai amato rigirarsi nelle cose facili e prevedibili e, dopo l’ultimo pezzo della trilogia, registra “Cast Iron Soul”, con Dan Stuart dei Green On Red, unisce le forze con la moglie batterista Linda Pitmon e il leggendario produttore spagnolo Paco Loco per architettare il progetto di pop contorto “Smack Dab”, oltre a collaborare col Walkabouts Chris Eckman in Slovenia col seducente e sontuoso “Crossing Dragon Bridge”, disco che fa il paio nel 2008 con The Baseball Project, ciclo di canzoni da baseball che lo vede in compagnia, oltre che della Pitmon, di Scott McCaughey e Peter Buck di REM e Minus 5.
Con una carriera discografica tanto prolifica, Wynn trova il tempo per esibirsi in un centinaio di concerti all’anno in giro per il mondo, trovandosi benvenuto a Roma, Oslo, Atene, Bruxelles, Londra e Madrid così come a Los Angeles, New York City, San Francisco, Chicago e Boston. E per i fans più devoti raccolti in queste e molte altre città, l’estesa discografia riflette il riconoscimento raggiunto quale uno dei più avventurosi, capaci ed eccitanti cantautori degli ultimi decenni.
Biglietti
Intero: 10,00 euro (+ prevendita)
Ridotto: 8,00 euro (+ prevendita)
Abbonamento a 4 concerti in sala piccola:
Intero 36,00 euro (+ prevendita)
Ridotto 28,00 euro (+ prevendita)
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