Nelle scorse ore, è morto uno degli attori più longevi e amati di Hollywood, che aveva lavorato anche per registi italiani di grande fama.
Aveva ottenuto una serie di riconoscimenti importanti, nello specifico una candidatura all’Oscar come miglior attore non protagonista e una nomination al Golden Globe come migliore attore promettente, all’inizio della sua carriera, nel 1963, per il film Billy Budd, diretto da Peter Ustinov e tratto dal romanzo di Herman Melville, quindi un’altra candidatura al Golden Globe per il ruolo della transessuale Bernardette in Priscilla – La regina del deserto, del 1995.

Soprattutto per quest’ultimo ruolo viene ricordato e ha ottenuto molti riconoscimenti positivi da parte della critica: lui era Terence Stamp e viene ricordato come un attore iconico che ha attraversato diverse generazioni. Dopo l’esordio fortunatissimo, in Billy Budd, ha subito recitato al fianco di Samantha Eggar nel film Il collezionista di William Wyler. Entrambi i protagonisti vinsero i premi come miglior attore e miglior attrice al Festival di Cannes.
Il periodo italiano di Terence Stamp, iconico attore di pellicole indimenticabili
Successivamente ha recitato insieme a Monica Vitti in Modesty Blaise – La bellissima che uccide, quindi in decine e decine di altri film, che lo hanno reso un immortale nel cinema internazionale. A fine anni Sessanta, arriva per lui uno straordinario periodo italiano, quello che lo vede dell’episodio Toby Dammit, diretto da Federico Fellini, in Tre passi nel delirio, film in tre episodi dove gli altri due registi sono Louis Malle e Roger Vadim.

Viene diretto da Nelo Risi, nel film Una stagione all’inferno, in cui interpreta il poeta maledetto Arthur Rimbaud, in un film che non conosce certo la stessa fortuna commerciale della successiva pellicola, biopic del poeta francese e che narra della sua relazione con Paul Verlaine, interpretata da Leonardo Di Caprio e David Thewlis, che ha titolo Poeti dall’inferno. Poco prima, Terence Stamp era stato protagonista del film Teorema, uno dei capolavori di Pier Paolo Pasolini, forse il suo più riuscito.
Il cattivo di Superman e altri ruoli che lo hanno reso unico
A partire dalla fine degli anni Settanta, i ruoli ricoperti da Terence Stamp si fanno sempre più mainstream: è infatti il Generale Zod, il cattivo del mondo dei supereroi, in Superman e Superman II, al fianco di Christopher Reeve e Gene Hackman. La battuta “Inginocchiati davanti a Zod” è diventata iconica e fa parte della cultura generale, soprattutto in un certo mondo di fidelizzati al fumetto, al fantasy e ai supereroi in generale.

Negli anni Ottanta, arrivano poi diverse pellicole importanti che lo vedono con importanti ruoli nel cast, come Pericolosamente insieme, nei panni di un losco mercante d’arte, Il siciliano, diretto da Michael Cimino, e Wall Street, uno dei grandi classici del regista Oliver Stone. Tra i suoi film migliori, ricordiamo poi il ruolo da protagonista nel film L’inglese, per la regia di Steven Soderbergh, mentre l’ultima apparizione al cinema è in Ultima notte a Soho, diretto da Edgar Wright nel 2021.