“Houston, abbiamo un problema”: addio alla leggenda dell’Apollo 13

Il leggendario capitano dell’Apollo 13, che ha ispirato un celebre film con Tom Hanks, ci ha lasciati: la sua celebre frase entrata nella storia.

La sua vita è stata come un film, anzi la sua esperienza raccontata in un romanzo, Lost Moon, ha ispirato una pellicola che ha avuto molto successo commerciale e che oggi compie trent’anni. Oltre 300 milioni di dollari in tutto il mondo è stato infatti quanto ha incassato nel 1995 il film Apollo 13, diretto da Ron Howard e ispirato alla vicenda umana e professione dei tre astronauti americani che “si persero nello spazio” nel 1970.

Jim Lovell, capitano dell'Apollo 13 in un fotomontaggio
“Houston, abbiamo un problema”: addio alla leggenda dell’Apollo 13 (KingsRoad.it)

I tre erano Jim Lovell, che era anche capo missione, Jack Swigert, venuto a mancare prematuramente nel 1982 a solo 50 anni, e Fred Wallace Haise, il più giovane dei tre. Fu il primo a pronunciare quella celebre frase, entrata ormai nel linguaggio comune: “Houston, abbiamo un problema”. La storia di Jim Lovell è davvero come un romanzo d’avventura, avventure aerospaziali in piena guerra fredda, che ancora oggi appassionano ed emozionano.

Un ritratto di Jim Lovell, capitano dell’Apollo 13

Nella finzione cinematografica, Jim Lovell ha il volto di Tom Hanks, anche se l’astronauta ha partecipato direttamente al film, sia come autore del soggetto, il romanzo scritto insieme a Jeffrey Kluger, che in un cameo: nella pellicola, interpreta infatti il ruolo marginale del capitano della nave di recupero USS Iwo Jima. Non era peraltro la prima volta che faceva cinema: era già apparso nel film L’uomo che cadde sulla Terra, interpretato da David Bowie, al suo esordio nella recitazione.

una scena del film Apollo 13
Un ritratto di Jim Lovell, capitano dell’Apollo 13 (KingsRoad.it)

In quest’ultima pellicola, Jim Lovell interpretava se stesso, a ulteriore riprova che la sua è stata davvero una vita da film. Purtroppo dobbiamo parlare al passato, perché l’astronauta, capitano della missione che lasciò col fiato sospeso il mondo, ci ha lasciati nelle scorse ore, all’età di 97 anni. Decorato con la medaglia presidenziale della libertà nel 1970, quella dell’Apollo 13 non fu la sua unica missione, ma dopo il rientro la sua vita cambiò e smise di fare l’astronauta.

La sfortunata missione dell’Apollo 13

Come noto, Lovell, Jack Swigert e Fred Haise erano uomini di grande esperienza, che a qualche mese dallo sbarco sulla Luna puntavano a replicare quella missione, ma a 320mila chilometri sopra la Terra qualcosa andò storto, a causa di una bassa pressione in un serbatoio di idrogeno. Per ragioni che non sono mai state del tutto chiare, l’alimentazione dell’astronave si spense e Swigert segnalò il problema al suo capitano, che contestualmente riferì a terra: “Houston, abbiamo un problema”.

I tre astronauti dell'Apollo 13 sorridenti a un pranzo
La sfortunata missione dell’Apollo 13 (KingsRoad.it)

Si capì subito che una violenta esplosione aveva messo fuori uso il loro veicolo e per tale ragione quella frase è oggi considerata il più noto eufemismo della storia. In un’intervista, la moglie di Jim Lovell ha raccontato: “Per quattro giorni, non sapevo se ero una moglie o una vedova”. Per fortuna, il recupero dei tre andò bene e nella memoria collettiva statunitense, l’atterraggio sulla terra degli astronauti fu emozionante quasi quanto la passeggiata di Neil Armstrong e Buzz Aldrin sulla Luna.

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