Richiamo di caffè a causa della presenza di frammenti di vetro: avviene in maniera urgente e per un marchio di bevanda solubile in queste ore.
I più grandicelli tra voi lettori ricorderanno quando, all’inizio della sua carriera, Fiorella Mannoia cantava di come ammazzava il tempo, bevendo caffè nero bollente, un brano scritto da Mimmo Cavallo e che rendeva iconica, se mai ce ne fosse stato bisogno, visto che di brani sul caffè ne erano usciti e ne usciranno anche in seguito, quella bevanda dal sapore forte con la quale la maggior parte degli italiani inizia la giornata.

Il caffè fa parte delle vite degli italiani da tempo immemore, portato nella nostra Penisola dai mercanti veneziani durante i loro viaggi in Oriente nel XVI secolo e diventato rapidamente un vero e proprio status symbol, con una diffusione capillare in tutto il territorio. Non è un caso se oggi la capitale italiana del caffè viene riconosciuta in Napoli, sebbene il brevetto Bezzera della prima macchina da espresso sia di un ingegnere milanese e la moka sia stata inventata da Alfonso Bialetti, piemontese.
Il caffè è tra i prodotti alimentari con maggior rischio di richiami
Per gli italiani, il caffè è insomma un’istituzione nazionale, simbolo del nostro Paese esattamente come la pasta e la pizza, tanto che siamo soliti – durante i nostri viaggi all’estero – a sostenere che l’aroma italico del nostrano caffè non si trova in alcuna parte del mondo. Come tutti gli altri prodotti alimentari, il caffè non è esente da richiami e ritiri da parte del ministero della Salute, e lo dimostrano anche fatti recenti.

Come evidenziato in un nostro articolo sui richiami alimentari di agosto, infatti, molto di recente un lotto di caffè torrefatto e macinato, qualità gusto ricco, forte e vigoroso, è finito sotto la lente di ingrandimento. Il prodotto, peraltro di una marca molto diffusa e comune, prodotta in provincia di Sondrio, conteneva possibile presenza di ocratossina A, una muffa tossica che si sviluppa nel caffè e ha potenziale cancerogeno.
La scoperta di caffè solubile potenzialmente contaminato da pezzi di vetro
Sappiamo però bene che i richiami alimentari non riguardano solo l’Italia ed ecco dunque un potenziale rischio che ha coinvolto gli Stati Uniti d’America, in praticamente tutti gli Stati eccezion fatta per Alaska e Hawaii. Anche in questo caso, si tratta di caffè, sebbene nella sua versione solubile che da diversi anni divide gli italiani tra “innovatori e tradizionalisti”, ovvero tra chi accetta queste miscele e chi invece si dice fermamente contrario e ancorato alla tradizione.

In queste ore, nello specifico, è stato annunciato il richiamo di tre lotti di caffè istantaneo Clover Valley, in barattoli da 230 ml, con scadenza a dicembre 2026, a causa del timore che siano contaminati da frammenti di vetro. L’allarme è scattato dopo che un consumatore ha trovato frammenti di vetro nel caffè: gli è andata bene, perché rischiava di restare quantomeno ferito alla bocca, alla gola e all’apparato digerente.