Un mese dopo la morte di Diogo Jota e di suo fratello André Silva, il calcio portoghese è di nuovo in lutto per una sua icona sportiva.
Un vero dramma sportivo quello che si è consumato un’altra volta per il calcio portoghese: appena un mese fa, il 3 luglio, in un terrificante incidente stradale, avevano perso la vita il campione Diogo Jota, che con la maglia del Liverpool aveva appena conquistato il primo scudetto della sua carriera, e col Portogallo la sua seconda Nations League, e suo fratello André Silva, anche egli calciatore in serie minori.

In queste ore, il mondo del calcio portoghese, ma non solo, deve fare i conti con un nuovo dramma, che ha sconvolto tutti: un malore improvviso nel centro sportivo della squadra che per lui ha significato tutto il suo successo calcistico, il ricovero in ospedale con estrema urgenza e poi la tragica morte poco dopo essere arrivato al nosocomio. Si è spento così, in maniera imprevedibile per tutti, Jorge Costa, attuale ds del Porto che con quella squadra aveva passato gran parte della sua vita da calciatore.
Chi era Jorge Costa, un ritratto romantico del campione scomparso
Cresciuto calcisticamente proprio nel Porto, dopo essere andato in prestito a Penafiel e Marítimo, tra il 1992 e il 2002 gioca dieci annate memorabili, fatte di sei scudetti, cinque dei quali consecutivi, e svariate coppe nazionali. Nell’estate 2002, va in prestito al Charlton, in Premier League, per poi tornare a “casa” qualche mese dopo e completare il proprio ciclo di vittorie. Vince altri due scudetti, ma soprattutto una Champions League e una Europa League.

A fine 2004, insieme alla Champions League conquistata in estate, vince anche una Coppa Intercontinentale, quello che oggi è il Mondiale per Club. Nel suo palmares, anche un Mondiale Under 20 nel 1991 e un argento agli Europei Under 21 nell’aprile 1994. Quella giocata a Montpellier il 20 aprile 1994 fu una finale memorabile, contro l’Italia che vinse uno a zero con golden gol di Pierluigi Orlandini. Entrambe le squadre schieravano dei giovani talenti che hanno poi fatto la storia del calcio.
Il ricordo commosso di José Mourinho
Solo per citare alcuni giocatori che si affrontarono in quella finale, l’Italia schierava Francesco Toldo in porta, poi Fabio Cannavaro, Christian Panucci e Filippo Inzaghi, mentre in panchina c’era Bobo Vieri, invece nel Portogallo militavano Luis Figo, Rui Costa e Joao Pinto. Un calcio che sembra d’altri tempi, come d’altri tempi sembra la finale di Champions League vinta dal Porto per tre reti a zero contro il Monaco.

Il capitano di quella squadra era proprio Jorge Costa e in panchina sedeva José Mourinho, il quale ha pianto lacrime amare ricordando il suo calciatore prematuramente e improvvisamente scomparso. Ha spiegato in conferenza stampa che con la morte del suo ex capitano, “una parte della mia vita se n’è andata”. Anni fa, l’allenatore aveva elogiato lo spirito di Jorge Costa, che in un momento difficile prese per mano il Porto, rimontando da uno 0-2 e realizzando una doppietta.