Un uomo morto per la puntura di un calabrone, i medici hanno scovato una eccezionalità nel suo caso. In che modo puoi impedire che un insetto punga anche te.
Morto per la puntura di un calabrone, è successo a Bologna, con un uomo di 60 anni colpito da un grosso insetto e che suo malgrado ci ha rimesso con la vita. La vittima, un imprenditore, non ce l’ha fatta nonostante un ricovero di dieci giorni all’Ospedale Maggiore del capoluogo emiliano. Già al suo arrivo nella struttura le condizioni dell’uomo morto per la puntura di un calabrone erano estremamente gravi per via dello choc anafilattico incorso.

L’insetto che lo ha colpito è il più grosso esemplare presente in Europa per quanto riguarda la categoria dei vespidi. E la sua puntura è la più dolorosa. Purtroppo si può essere colpiti tanto in maniera metodica quanto casuale. Nella prima situazione molto probabilmente è perché si sarà andati a molestare uno o più insetti. Nell’altro caso è sufficiente transitare vicino ad un calabrone, non accorgendosi della sua presenza, per fargli credere di essere minacciato e spingere a sfoderare il suo pungiglione.
Cosa fare se ti si avvicina un calabrone?
La puntura di un insetto avviene praticamente sempre come ultima misura di difesa che questo esserino ha. Il guaio è che vespe, calabroni e simili non si limitano a pungere una volta sola, come fa l’ape che poi subito dopo muore. Vespe e calabroni possono colpire più e più volte, e quando questo avviene la cosa può risultare letale. Ma mortale può essere anche una singola puntura, come visto nel caso dell’uomo morto per la puntura di un calabrone.
Questi insetti sono soliti costruire il loro nido nei tronchi di albero, sui rami ed anche in ambienti domestici. In tal caso le intercapedini dei muri e talvolta anche di finestre ed infissi rappresentano il miglior alloggio per loro disponibile. Soprattutto nel caso di un nido, vespe e calabroni non vanno disturbati. Essi sono per natura molto aggressivi. Come mai la puntura di un calabrone può essere letale? Perché trasmette un veleno, la cui presenza non può essere talvolta debellata dall’organismo del soggetto colpito.

Questo veleno provoca vasodilatazione, oltre ad un intenso dolore. E può colpire in sequenza anche nel breve volgere di pochi secondi. Le statistiche che fanno riferimento ai casi di puntura ogni anno in Italia sono davvero impressionante. Si parla di più di 5 milioni di casi in media, con un 5% che assume subito un livello preoccupante a causa di violenti reazioni allergiche e shock anafilattico. Una puntura provoca dolore, gonfiore, arrossamento e tutto ciò può persistere anche per alcuni giorni. Possono anche sorgere problemi cardiocircolatori, respiratori e gastrici, con febbre, palpitazioni, broncospasmi e persino svenimento.
Cosa fare per non farsi pungere?
Il caso letale di Bologna si riscontra in appena l’1% delle situazioni. La vittima è stata molto sfortunata. Si può fare prevenzione anzitutto non andando ad infastidire i calabroni ed altri insetti dotati di pungiglione. Ma anche qualora non si abbia sentore della loro presenza ravvicinata, se indosserai abiti larghi e di colore chiaro o dalle tonalità non vivaci, potrai diminuire il rischio di attirare la loro attenzione. Vestire di bianco, beige e con altre conformazioni cromatiche neutre è di aiuto. Così come è meglio evitare profumi, sapori, shampoo e simili troppo profumati.
In aperta campagna è consigliabile non avvicinarsi a fiori che profumano molto ed a frutta eccessivamente matura. Un altro fattore di richiamo per questi insetti è costituito dalle bibite gassate. Appena ne apri una, sprigionerai anidride carbonica, che fa da potente richiamo per questi insetti. I quali però sono attirati anche dalle pattumiere, che quindi vanno sempre tenute ben chiuse. E pure quando mangi all’aperto, non lasciare cibi esposti, ricoprili subito. Il consiglio più prezioso però è il seguente: se ti dovesse volare attorno un insetto che non sia una banale mosca, resta calmo.

Perché se ti agiti verrai percepito come una minaccia per un calabrone, un’ape od una vespa, ed aumenteranno i rischi che tu venga punto. In caso di puntura infine, dovrai trattare con acqua fredda e sapone la parte colpita, applicare del ghiaccio e del cortisolo. Con una reazione allergica grave, quale è proprio lo shock anafilattico, è imperativo andare subito al pronto soccorso e successivamente, a crisi risulta, anche da un allergologo per svolgere dei relativi test allo scopo di essere sicuri che non avvenga alcuna complicazione. È consigliabile anche procedere con il vaccino, in cicli che vanno dai tre ai cinque anni e che rappresentano un vero e proprio salvavita.