Mentre in Italia non si parla d’altro che del rischio botulismo, arriva un importante richiamo di lotti di mozzarelle di un prestigioso marchio.
Da alcune settimane, nel nostro Paese tra la popolazione c’è la fobia per il rischio botulismo, legato ad alcuni casi gravi, due dei quali mortali, che si sono avuti tra Calabria e Sardegna. Al di là della gravità degli episodi, occorre sempre contestualizzarli e non provocare il panico, ma sta di fatto che i due focolai di botulismo ci sono stati e in un caso, quello di Diamante, nel cosentino, ancora ci sono degli strascichi.

Purtroppo i numeri riguardanti la sicurezza alimentare nel nostro Paese sono molto seri: oltre 400 marchi differenti e più di 150 richiami sono stati segnalati da alcuni siti specializzati a partire da gennaio 2025 e il mese di agosto ha visto un picco davvero imprevisto, oltre al già citato rischio di contaminazione da tossina botulinica. Verrebbe da dire che ne abbiamo viste davvero di ogni tipo, dalle bevande ghiacciate di una catena che sta prendendo piede in Italia agli integratori alimentari.
I casi di richiami alimentari degli ultimi giorni in Italia
Tra i richiami, particolare scalpore ha fatto quello di alcune caramelle gommose, che contenevano muscimolo, che è un alcaloide contenuto nei funghi e che ha effetti psicoattivi. Poi ancora salami, filetti di acciughe e filetti di alici, prodotti tra centro e sud Italia: nel primo caso il rischio era per la Listeria, nel secondo caso e terzo caso per istamina oltre i limiti. Sospetta presenza di Listeria monocytogenes viene segnalata anche in alcuni lotti di un formaggio tipico francese, il Camembert.

Sempre per quanto concerne i formaggi, il rischio Listeria viene segnalato anche in alcuni lotti di formaggio di capra Buche Chèvre, prodotto da un’azienda dell’aretino, così come in altri formaggi di capra prodotti da un’azienda della provincia di Cuneo. Sotto osservazione per possibile presenza di coaguli c’è poi un latte di capra prodotto in provincia di Oristano, segnalazioni anche per caffè, emmenthal e merluzzo distribuiti in discount e GDO.
Il richiamo di mozzarelle da parte di un noto marchio italiano
Se avete acquistato infine mozzarelle da supermercati coi marchi Valbontà Penny, Latbri, Conad e Carrefour, è molto importante fare attenzione ad alcuni lotti, perché c’è il rischio di contaminazione da corpi estranei metallici. Che cosa hanno in comune tutte queste mozzarelle? Sono prodotte in un unico stabilimento, a Usmate Velate, in provincia di Monza e Brianza, e l’azienda produttrice è un marchio storico italiano, ovvero Granarolo Spa. La stessa azienda, appena a fine luglio, era stata coinvolta in un altro richiamo.

In quel caso, per sospetta presenza di materiali plastici in un lotto di mozzarella fresca. Stavolta, i lotti in questione sono le confezioni da 4×125 grammi con il numero di lotto N5205E e la data di scadenza 17/08/2025, col marchio Valbontà, stesso lotto e scadenza di Carrefour Classic; quelle da 125 grammi, con il numero di lotto N5205D e la data di scadenza 22/08/2025 di Latbri; infine quelle da 3×125 grammi e da 125 grammi, con il numero di lotto N5205D e la data di scadenza 15/08/2025 a marchio Conad.