admin On dicembre - 6 - 2010
 

ALTER BRIDGE
live @ Padova, 4.12.2010

Il tour che ha portato gli Alter Bridge in Italia quest’anno è stato a dir poco trionfale. Milano, Roma e Moderna sono andati sold out, e pure il nuovo Gran Teatro di Padova è arrivato molto vicino all’esaurimento dei posti disponibili ante tempo.

Riesco ad arrivare facilmente al teatro dopo aver imprecato non poco nel cercare di aprire le porte della mia auto, bloccate dal ghiaccio, ma il concerto inizia puntuale e si apre con Come to Life, brano con cui la band scalda subito l’atmosfera e le membra gelate dei presenti e che preferisce a “Slip to the Void” con cui sono stati aperti gli altri concerti Italiani e molti di quelli Europei.

Certo la definizione di post/grunge non ci azzecca molto con il genere suonato dal combo di Orlando, ma forse che il post/punk aveva qualcosa a che fare con il punk? Ed il post /rock non era molto più vicino al prog? Diciamo che gli Alter Bridge mescolano sapientemente elementi grunge, un certo chitarrismo blues/southern rock e sfuriate metal che trovano terreno fertile nei trentenni (ed oltre) nostalgici del rock dei novanta e nei ventenni (o poco più) desiderosi di sapori forti ma non indigesti. Un mix perfetto per una ricetta di sicuro successo.

Ma se questa ricetta è buona per vendere dischi, è dal vivo che la band offre il meglio di sé: tecnica, precisione e coinvolgimento del pubblico. Myles Kennedy è una delle voci più precise che mi sia mai capitato di ascoltare dal vivo, ed ha anche doti chitarristiche più che discrete. Non si tratta solamente delle sua quattro ottave coperte senza mai far ricorso al falsetto o a “grattamenti” ma della precisione con cui tiene e sostiene, pure nelle note dritte e senza vibrato, sia i regimi bassi che gli acuti al limite della sua estensione. Tremonti è ad un passo dall’essere considerato un guitar hero a tutti gli effetti, e la sezione ritmica composta da Brian Marshall e Scott Phillips è tesa e precisa.

Non vengono presentate parentesi acustiche come fatto in altre date del tour Europeo, ma Kennedy sa come coinvolgere il pubblico, addirittura (lo fa sempre…) dirigendo le urla dei fans come un direttore d’orchestra in White Knuckles, o i cori nella splendida Blackbird o nella “canterina” Open your Eyes.

Gli Alter Bridge sono una band potente ed emozionante, che pure se non dice molto di nuovo da un punto di vista compositivo, dal vivo sa muovere i corpi e scaldare i cuori. Nei bis il gruppo saluta il pubblico energeticamente con Rise Today lasciando il palco con la chitarra che fischia nel suo feedback ed il pubblico ancora caldo, soddisfatto e gongolante, e ci voleva, prima di uscire ad affrontare di nuovo il buio ed il gelo, e farci accompagnare a casa dal CD ingoiato nel lettore dell’autoradio.
Alter Bridge, ovviamente.

di Puppet

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