admin On luglio - 21 - 2010

BABYSHAMBLES: brit rock & revolution

Ferrara ci consegna i Babyshambles tirati a lucido come li si son visti poche volte. Non ci sono annebbiamenti, Pete si dimostra coinvolto, disinvolto tra la folla che lo acclama. Compare subito come una rock star quando si affaccia dalla finestra all’ultimo piano del suo hotel  a ridosso dell’area concerto, sventolando una chitarra acustica in accappatoio incitanto i fan durante le pause delle esibizioni dei gruppi precedenti. Immagini d’altri tempi! La pioggia si fa incessante, ma l’atmosfera si scalda subito alla prima nota della folgorante “Delivery”, primo estratto dell’ultimo album della band d’oltremanica. Pete è in notevole forma e scorre le mani sulla sua chitarra con una disinvoltura inusuale per lui, senza la minima incertezza. La pioggia battente rende tutto più punk.  Seguono un’altra manciata di brani dell’ultimo album e arriva in momento degli inediti, che troviamo presenti nell’ep in uscita, e gli ‘Shambles spingono sull’acceleratore. Precisi, piacevoli e ben più bravi di come ce li si poteva aspettare. La piazza si scioglie alla partenza  di “Albion” a circa metà concerto. Compaiono delle ballerine con corpetti merlettati e danzano lungo il palco, piu attente allo stile che alla precisione. La chitarra acustica della versione album è sostituita da una sporchissima chitarra elettrica che sa graffiare a fondo. E’ il momento più alto del concerto fino a quel punto. Scorrono veloci successi del primo e del secondo album, in cui si fa notare una tiratissima “Pipedown”. Pete sorride, sembra soddisfatto del suo pubblico, cerca contatto, esplode in una risata quando saluta e ringrazia “Bologna” e il bassista gli fa notare che si trova a “Ferrara”. Intona un improvvisata “Happy Byrthday” alle richieste di un gruppo di suoi fan. La situazione è distesa, Pete sembra starci dentro proprio bene. Il pubblico intona il coro “GOD-SAVE-PETE” e lui applaude, indossando uno striscione a mò di mantello con la medesima frase. Fila tutto per il verso giusto. I Baby mettono in piedi un ottima serata, che concludono con un indomabile  Fuck Forever. Qui Pete tira fuori la sua vena più selvaggia, si libera della chitarra e sbraita a squarcia gola. Il pubblico lo segue in questo delirio e il pogo impazza. Sono stati “bravi” per tutto il concerto. Ora non è piu tempo. Sembra di tornare indietro di 30 anni nel pieno ruggito del punk primordiale. La ciliegina sull’esibizione di ottima qualità fino a quel momento proposta. Si respira aria di rivolta, di ribellione. Infondo, eravamo venuti qui proprio per questo.

di Matteo Peotta e Cristian Cristofari

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