BRANDON FLOWERS
Milano, 4.10.2010
Fa un po’ impressione vedere lo storico Alcatraz senza la bolgia che l’ha sempre contraddistinto, ma e’ la sicurezza, baby, sono le disposizioni comunali che ne hanno ridotto la capienza di circa un terzo, baby, e poco importa che facendo così, che togliendo spazi e opportunità alla musica si preferiscano altre località magari meno cool ma più attente.
L’apertura è affidata a dei mai sentiti Rewards che più che altro fanno partecipe del fatto che loro hanno studiato molto approfonditamente i Radio Dept e gli XX.
Sono giovani, hanno tutto il tempo per dimenticare anni di ascolti dei Depeche Mode nelle loro camerette, però al momento direi che possono rientrare a pieno titolo nella gloriosa categoria “Bravi ma Basta”.
Brandon sale sul palco alle dieci spaccate, ed è come sempre carismatico, il classico molto bello che sa di esserlo,e quindi oltre ad essere molto malvestito è pure molto plastico nelle sue movenze.
Bizzarra ma azzeccata a scelta di buttar li il singolone Crossfire come secondo brano. Però la voce è già calda, anche perché con sottile furbizia si fa supportare dalle 2 coriste non appena sale di tono, il pubblico pure e quindi Crossfire sia.
Brandon gigioneggia, come sempre e come sempre gli riesce bene: “Milano this evening we’ll celebrate music, we’ll celebrate life we’ll celebrate romance”.
Manca solo la mamma e gli spaghi, ma lui può permettersi tutto, figuriamoci se stiamo a sottilizzare per qualche celebrazione.
Spariamoci subito la cover, massi’, che per Bette Davis Eyes c’è sempre spazio, e pace se buona parte delle ragazzine qui presenti (ah, che cosa meravigliosa l’infatuazione adolescenziale per il cantante troppo figo – Brandooooon ti amooooo) non erano nemmeno nate ai tempi dell’originale.
Diciamoci la verità: le canzoni di Brandon non sono nulla di che, un bel polpettone, ma pur sempre un polpettone.
E allora?
Che c’e’ di male per una sera a essere delle flowers- girls?
Lui si diverte, fa divertire, ha una certa personalità, qui si balla, si saltella, e finalmente non ci sono quei musi lunghi e seri che sembrano essere la regola di un certo livello musicale milanese.
Ci sono pure le canzoni limone, dove le serie e integerrime inviate di king’s road si fanno immortalare con le mani che fanno i cuoricini.
Non dimentichiamoci del passato di Brandon: e così ecco Lousing Touch e la chiusura – con tutto l’Alcatraz che canta – con When You Where Young, in un bell’acustico.
Alla fine è risultato un bel concerto, allegro e scanzonato, vivace e divertente, che mica si può vivere solo di pane e Sigur Ros.
Setlist:
On the Floor
Crossfire
Magdalena
Bette Davis Eyes
Jilted Lovers & Broken Hearts
Right Behind You
Was It Something I Said?
Hard Enough
Losing Touch
Swallow It
Only the Young
Playing With Fire
Encore:
The Clock Was Tickin’
When You Were Young (Acoustic)
di Marilù Cattaneo