admin On aprile - 19 - 2011

Milano in aprile è bellissima, e non è solo la primavera che ingentilisce tutto, ma tutto e tutti si preparano per quello che – a dispetto delle varie settimane della moda – sarà l’Evento: il salone del mobile (in fiera a Rho), il Fuori Salone (più o meno dovunque) e da qualche anno a questa parte l’ELITA, ovvero un festival di musica elettronica che coinvolge più location e che soddisfa le aspettative musicali di chiunque, dall’elettronica minimale e sperimentale fino ad arrivare quasi all’hardcore.

Il cuore dell’Elita è il teatro Franco Parenti, ed è molto coinvolgente questa commistione di generi, il profumo del legno tipico di un teatro con i più assurdi e cazzoni dj set sul palco.

C’è anche tempo per perfomance che non hanno a che fare con l’elettronica nel senso stessto, e così giovedì (mentre sempre sulla scena milanese si esibiscono i tanto amati Belle e Sebastian) sul palco del Parenti salgono gli Ex-Otago, quattro ragazzi genovesi che con il nuovo disco “è quasi primavera” hanno fatto un lavoro bellissimo sia per le melodie che per i testi spesso scanzonati ma mai banali; così si va dai sogni di fuga di Costarica alle ballate del rimpianto per un amore che non si è presentato.

Il venerdì è stata la serata clou, senza dubbio. e così con il sold out al Franco Parenti con il supergurppo Battles, direttamente da New York, supportati prima da is tropical – tropical come la temperatura all’interno del teatro.

Molto divertente è stato il dj set del foyer, anche perché moltissimi sono venuti per la performance sold out ma .- invece di dirigersi verso altri lidi milanesi – si sono fermati per una birra, che poi sono diventate due, che poi – visto che comunque si divertivano – sono diventate un numero X, e la mattina a far colazione nei bar appena aperti e a riprendere i mezzi pubblici – che se funzionassero meglio le persone si muoverebbero più responsabilmente.

La stessa sera ero molto tentata da un duo che si vede raramente: carl Craig e Seth Troxler, che molto riduttivamente mettevano i dischi e molto più realisticamente tiravano giù il locale, ma alla fine non ce l’ho fatta a spostarmi da una locatio all’altra – geograficamente non distantissime, ma a volte pochi km a Milano possono essere davvero un inferno.

Sabato, nonostante Paul Kalkbrenner al Live di Trezzo sull’Adda non ho avuto dubbi. volevo sentire Gold Panda al Parenti, e quindi – memore della serata del venerdì – mi sono presentata presto.

Ho trovato veramente apprezzabile poter ascoltare il primo dj set che erano le nove e mezza di sera, in controtendenza rispetto a a quella deprecabile abitudine per cui i concerti DEVONO iniziare a orari improponibili, con il risultato che la stanchezza del giorno spesso si fa sentire, riducendo di gran lunga il godimento per lo show.

Che dire di Gold panda, a parte che 1) mi è piaciuto molto e 2) questo dj londinese pare però uscire – sia come sonorità che come look – dalla porta di Brandeburgo.

La gente affluiva all’interno del teatro e iniziava a ballare, ipnoticamente, per un live che è stato noise e minimal quanto basta.

Di tutt’altro genere è stato il terzo dj set, del rumoroso e scatenato Dan Deacon, che ha fatto davvero i numeri.

Mentre tutti i presenti dj set avevano visto una demarcazione tra il dj – sul palco – e il pubblico – sul legno del locale, Dan Deacon ha piazzato mixer e una sorta di totem/polena (un teschio luminescente appoggiato su delle luci strobo) in mezzo a tutti, che alla fine era sudato e sfatto e distrutto, ma ha sfiancato anche tutti quelli che c’erano, facendoli saltare e ballare e accennando anche a delle coreografie collettive, facendo nascere il sospetto che il buon nerd alla consolle abbia avuto un discreto passato da animatore turistico.

La domenica l’Elita si è concluso con il design week closing party, su cui hanno brillato i wolf+ lamb.

L’elita, quindi, con il suo carattere internazionale e la freschezza di un festival giovane, si pone come un punto di assoluto riferimento in una settimana dove Milano è stracarica di eventi, e non possiamo far altro che augurargli lunghissima vita.

Così, come chiuso il salone ci sono persone che si mettono a lavorare per quello del prossimo anno, noi restiamo qui, con il nostro braccialettino Elita, a sospirare pensando a come sarà bello l’anno prossimo ritrovarci al Parenti.

di Marilù Cattaneo

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