admin On giugno - 23 - 2010

Questo c’era scritto nel feretro che attraverso le strade londinesi ha accompagnato Malcom Maclaren verso Highgate Cemetery. Non poteva esserci luogo e sepoltura più degna. A Camdem Town centinaia di persone, ovviamente moltissimi punk, erano presenti a rendere omaggio per l’ultima volta al manager dei Sex Pistols. Colui che nel ’77 diede una spallata decisiva al perbenismo inglese. Colui che disegnò, assieme alla moglie Vivenne Westowood, gli abiti dei Pistols e quindi in sostanza di pressoché tutto il movimento britannico.

Colui che fu anche musicista. Apprezzato da Tarantino, la sua “About Her” fu inserita in Kill Bill 2.

Forse non un grande artista, ma sicuramente un personaggio di grande inventiva e un notevole senso degli affari.

Fin da giovane appassionato d’arte, inizia a disegnare i primi abiti ancora prima di terminare gli studi d’arte. Nel 1971 inizia la collaborazione con Vivienne, quella che poi diverrà sua moglie. Proprio in quell’anno aprono al 430 di King’s Road il loro negozio. Inizialmente chiamata Let it Rock, la boutique divenne molto presto luogo d’incontro per molti rocker della capitale. Dopo la breve e poco fortunata esperienza come manager dei New York Dolls, dagli USA torna nella vecchia Londra e cambia il nome del suo negozio. Semplicemente Sex. Inizia allora l’epoca d’oro di Malcom Maclaren. Era il 1973 è l’esplosione del punk è imminente. Abiti in pelle, sadomaso e maglie strappate diventano una peculiarità del negozio. Una novità assoluta. Il mostro che l’Inghilterra temeva stava prendendo vita per mano di un uomo qualunque nato nei sobborghi della Londra post-bellica e cresciuto con la nonna. Abiti e musica underground potevano andare di pari passo. Se ora questa tendenza è alquanto ovvia, all’epoca l’intuizione di Maclaren fu geniale. Per questo fu sempre molto attento alla musica, pur forse non credendo veramente nel messaggio che essa incarnava. Nel 1973 diventa manager dei The Strands. Ma si sa, l’anno della svolta è il 1977. Maclaren capisce che qualcosa di grosso sta accadendo, che la bomba è innescata. Il momento per uscire allo scoperto è giunto. Come manager dei Sex Pistols organizza per il 25esimo anniversario dell’incoronazione della regina Elisabetta un evento memorabile. Show dei Sex Pistols su una barca che attraversa il Tamigi. Il singolo God Save the Queen, bandito dalla BBC, suonato davanti al palazzo del parlamento. Risultato: concerto sospeso dalle forze dell’ordine, tutti denunciati e una enorme pubblicità per Maclaren. Avere una buona idea non significa necessariamente anche saperla vendere, bisogna essere tagliati e questo Maclaren lo sapeva fare alla grande. Per lui era la cosa più naturale del mondo, avrebbe potuto vendere qualsiasi cosa se solo lo avesse voluto. Era sufficiente starlo ad ascoltare. Dei Pistols, del movimento punk, del No Future forse interessava davvero poco. Per qualcuno fu il quinto elemento della band e dall’esterno poteva sembrarlo, anche se Sid Vicious diceva di odiarlo. Non si faceva mai vedere ai loro concerti sosteneva. Rotten una volta disse che i Sex Pistols era cresciuti perché così erano loro stessi, non per Malcom…ne dubito. Malcom nel bene e nel male fu determinante per la band, anche se il suo obbiettivo fu probabilmente il denaro. Per i Sex Pistols fu comunque il manager ideale, così la pensava anche il giovane Sid “L’unico che avrei potuto tollerare…in fondo era abbastanza simile a noi”. Per l’appunto, too fast to live, too young to die.

di Marco Mantovani

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