admin On dicembre - 11 - 2010

06/12 @ New Age Club (Treviso)

Affermare che i Ministri sono la più grande speranza del rock alternativo italiano può sembrare una forzatura. E in effetti lo è, ma è una forzatura nella quale voglio credere. Quando mi capitò fra le mani “I Soldi Sono Finiti” capii subito che non si trattava di una band come le altre: da anni non si vedeva un esordio così ben confezionato nella forma e soprattutto nei contenuti, così intrinsecamente personali da far apparire ogni sbavatura una pennellata di stile ed ogni imprecisione una manifestazione di spontaneità. Il loro (tanto temuto) passaggio su major non ha cambiato nulla nella  sostanza e “Tempi Bui” ha consegnato ai giovani milanesi una discreta celebrità in ambito nazionale, decisamente inedita (e inattesa) per un gruppo con dei testi, udite udite, intelligenti. “Fuori” è il terzo lavoro sulla lunga distanza di questo trio fonte inesauribile di idee, che seppur non cercando di ricalcare lo stile dei precedenti album ne rappresenta per più versi la naturale continuazione.

 

Il tour promozionale fa fermare il carrozzone ministrico per la quarta volta al New Age di Roncade (TV) in una fredda serata invernale di fine decennio. Ad aprire la serata un gruppo locale con poche pretese, tali The King Size. Rock’n’Roll ascoltabile e ballabile, senza infamia e senza lode se si escludono le diverse “stecche” prese dal vocalist. Questi ragazzi comunque si divertono e sembrano riuscire a divertire molti dei presenti.

Quando i tre Ministri + uno (Effe Punto, polistrumentista “esterno” alla band) salgono sul palco il New Age è gremito in ogni ordine di posti. Dall’esordio, infatti, il gruppo non ha mai smesso di accrescere il suo fanbase grazie ad una intensa attività live e grazie ad un messaggio forte e ben in accordo alla situazione sociopolitica attuale, veicolato ad un pubblico estremamente eterogeneo da un sound equilibrato, personale, energico, pulito, in un imprecisato punto ideale fra cultura rock, indie e punk.

Le divise sono cambiate (quelle “storiche” sono state fatte in brandelli e allegate alla riedizione de “I Soldi Sono Finiti”), ma non la sostanza. Forse spontaneità e ingenuità hanno un po’ lasciato il passo alla maggior esperienza e relativa maturità (com’è giusto che sia), ma fin dall’iniziale Il Sole (E’ Importante Che Non Ci Sia) è chiaro che il palco continua ad essere habitat naturale di Davide, Federico e Michele. Anche i loro detrattori, chi li ritiene sopravvalutati, converranno che dal vivo sanno offrire uno spettacolo di rara e pregevole intensità, nel quale bene si incastrano momenti di rabbia tutt’altro che cieca (Bevo, I Nostri Uomini Ti Vedono, Diritto Al Tetto) e altri più pacati e intimi (La Piazza, Il Bel Canto). Ovviamente i brani del nuovo “Fuori” coprono la quasi totalità del concerto, pezzi che ancora non avevo del tutto “digerito” (salvo forse i singoli) e che nel complesso mi hanno dato la sensazione di essere meno “forti” dei precedenti. Insomma, dipendesse da me mai farei mancare in scaletta I Soldi Sono Finiti, Berlino 3, E Se Poi Si Spegne Tutto, La Mia Giornata Che Tace; ma queste sono considerazioni del tutto personali. Il succo è che il concerto ha regalato momenti di autentica estasi e qualche immagine da ricordare (come quella di Davide che canta/urla/vomita il ritornello de Il Bel Canto nel mentre di un crowdsurfing), raggiungendo il suo climax nella finale Abituarsi Alla Fine. Caustico e sarcastico ritratto dei tempi in cui viviamo che mette la parola fine ad una serata memorabile.

 

Forse (probabilmente) questi Ministri non sono i geni della musica italiana che qualcuno dipinge, in fondo il loro non è altro che un buon rock energico ben cantato e ben suonato con dei testi ben scritti. Se fossimo in un altro tempo e in un altro luogo questo sarebbe il minimo sindacale. Peccato che siamo nell’Italia degli anni 2000, ovvero l’Italia della disillusione, del pessimismo, del disincanto. L’Italia dei prìncipi a Sanremo, delle canzoni che sembrano scritte da macchine orwelliane, dei talent show. Siamo l’Italia dei Watergate ogni fine settimana, di Bruno Vespa, dei condoni, degli abusi, dei tagli alla cultura, degli “usi criminosi” della televisione, degli slogan vuoti, dei sondaggi, delle Sarah Scazzi, delle bandiere italiane “provocatorie”, delle morti bianche, del maschilismo, del debito pubblico, dei precari…

E in questa Italia i Ministri sono una fottutissima boccata d’aria fresca.

di Marco Dalla Stella

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2 Responses so far.

  1. Puppet scrive:

    Dalla prima all’ultima parola. D’altronde l’arte ( e q

  2. Puppet scrive:

    Concordo dalla prima all’ultima parola. E d’altronde l’arte ( e quindi la musica) con può che essere figlia del suo tempo.

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