admin On settembre - 5 - 2010

Mostra del Cinema di Venezia
day 4
4.09.2010
Lido di Venezia

Un documentario firmato Martin Scorsese? Non può che essere un devoto omaggio descrittivo ed oggettivo. Questa l’ennesima conferma che uno dei più grandi registi del cinema di oggi, regala presentando a Venezia “A Letter To Elia”, omaggio devoto e caratterizzante nientemeno che ad Elia Kazan, personalità sofferta e fondamentale del cinema mondiale, che fondò con Lee Strasberg l’Actor Studio e regalò al cinema pellicole come “Un Tram Chiamato Desiderio” (’51) e “Fronte Del Porto” (’54).
Così Scorsese fa pace con il suo passato di giovane cineasta attraverso il riconoscimento documentaristico ad uno dei suoi maestri di sempre, in 60 minuti di colonne sonore memorabili, commenti del regista e interviste a Kazan attraverso cui emerge un’empatia tra i due nell’essenza di cinema come ragione di vivere, e per vivere.
Se poi in concorso spiccano l’elaborazione del lutto della tradizione mari, etnia russa in estinzione, portata sugli schermi da “Ovsyanki – Silent Souls”, di Aleksei Fedorchenko, pellicola deliziosa che mescola le influenze della tradizione di un popolo, tra una colonna sonora creata ad hoc (e perfetto mix di generi musicali ed influenze socio culturali, come un viaggio immaginario dalla Russia alla Turchia), dove la fiaba è il fulcro e la partenza per un viaggio immaginifico di sessualità palesata, femminilità, acqua e lotte tra etnie, con “Potiche”, firmato da Ozon (che qui fa dimenticare le cadute di stile dei precedenti “Ricky – Una Storia d’Amore e Libertà”, tornando allo splendore di “Otto Donne e un Mistero”) riemerge nuovamente il ruolo della donna (qui in chiave assolutamente spassosa e spensierata, in apparenza, a nascondere un flusso continuo di disincanto francese, e santificato dall’interpretazione di una Catherine Deneuve in stato di grazia, matura e perfetta nel ruolo di neo-eroina di fine ‘70s che sorge dalle ceneri di un’incantata borghesia che la vorrebbe invece solo bella statuina, con notevoli echi al femminismo, ovviamente, ma senza pesantezze politicanti, s’intenda), tra ironie, amorose affinità con il partner protagonista Gérard Depardieu e profumo di rivoluzione dei sessi.
Sempre in concorso Mazzacurati propone “La Passione”, geniale trasposizione moderna delle miserie di chi il cinema lo fa, tra lodi e lotte interne. Una pellicola per gli addetti ai lavori, ma non solo, dove Silvio Orlando interpreta un regista affaticato dagli anno, alle prese con un film pieno di starlette televisive, surrealismo e disincanto del cinema stesso (lodevole il sempre favoloso Giuseppe Battiston).
Spicca poi, l’interpretazione di Willem Dafoe nel ruolo di uno scrittore tormentato in “A Woman”, di Giada Colasanti, che in Controcampo Italiano, dipinge con arguzia ossessioni e turbamenti di un uomo in bilico la l’amore per la prima moglie morta, e il nascente ardore per la giovane Julie.
Donne, donne e ancora donne: tra lutti, dissacranti ironie e rivendicazioni amorose. 

di Ilaria Rebecchi

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